Mostra a cura di Alessandro Mendini, progetto allestitivo di Luca Scacchetti.
Abitare il tempo, Verona
16 – 20 Settembre 2010
L’ipotesi della mostra è quella di introdurre il visitatore nel circuito di relazioni che si creano fra gli oggetti che vede esposti, per indurlo a evocazioni affettive legate alla sua memoria e al suo desiderio di futuro. E’ un gioco di rapporti e di riferimenti, fra “oggetti e oggetti e fra oggetti e persone”. Una mostra calma, classica e romantica, dove tutti gli oggetti che il visitatore guarda si presentano come simboli nuovi e sconosciuti, anche se appartenenti al passato. Abitare il tempo coincide allora con Abitare l’utopia. Le caratteristiche “disciplinari” degli oggetti esposti sono espresse solo in maniera subliminale (le parole: design- artigianato- industria- autore- materiali- decorazione non sono protagoniste), ma protagoniste saranno invece le “figure” dei singoli oggetti “fra loro”, nel loro scorrere e fluire fra le nostre vite, e le nostre case.
La collezione è formata da un centinaio di oggetti, tutti italiani in modo da creare un micro-clima, un sistema di presenze omogenee e significanti, con un gioco di accostamenti e di spiazzamenti.
Si esaspera così l’interesse ”in sé” di ogni singolo oggetto proposto, con spostamenti di senso, in una visione destrutturata della creatività, quasi a mostrare dei frammenti di archeologia contemporanea, ovvero cose ignote e impreviste. Attrezzi scenici, gioielli, costumi, mobili nuovi e antichi, fantascienza, opere d’arte, reliquie, strumenti musicali, elementi di giostre, statue di marmo, plastici di architettura, disegni virtuosi segnano quel circuito di evocazioni che indurranno il visitatore ad esprimere attivamente il proprio bisogno di utopia.
