Impostazione architettonica dei tre progetti in Bovisa

Alessandro e Francesco Mendini, 2006

Questi tre nuovi interventi architettonici in Bovisa, corrispondono a tre luoghi che in passato furono caratterizzanti per questa grande zona industriale di Milano: area ex Ronchi, area ex Campari trasportatori, e l'area della ex fabbrica I.C.I.

Pensiamo che la memoria edilizia delle fabbriche, dei grossi opifici e delle basse case allineate in lunghe strade debba fare da base all'immagine futura di questo quartiere, che da luogo operaio di produzione va velocemente trasformandosi secondo le direttrici tipologiche di università, residenza, cultura, commercio, accademia, e con il concetto più generalizzante di cittadella della tecnologia.

Gli edifici che noi proponiamo sono dislocati in tre punti strategici, uno dei quali in via Durando quasi di fronte alla lunga facciata protoindustriale del Politecnico. Fino ad ora i nuovi recenti interventi architettonici succedutisi recentemente in Bovisa non hanno impostato dei linguaggi precisi che cercassero di coniugare il tessuto storico con le ipotesi di rinnovo architettonico e ambientale. I nuovi interventi sono stati finora dei puntiformi e frammentari fenomeni edilizi, privi di quella energia urbana capace di innestare un vero rinnovo espressivo. Solo il Politecnico ha espresso una cera ambizione architettonica, ma solo all'interno del proprio Campus, senza visibilità estroversa sulle strade.

I nostri tre progetti si basano su questi concetti:

A) Tutti i nostri edifici sono suscettibili di essere polifunzionali: uffici, laboratori, abitazioni, locations, negozi, caffè e ristoranti. Sulla base di questa caratteristica di contenitori neutrali, i loro schemi in pianta sono flessibili e specialmente l'immagine delle facciate risulta indifferenziata. Questa necessità è stata sfruttata come occasione di ricorrere alla memoria della archeologia industriale del luogo, con la ripetitività continua di grandi finestre orizzontali, tipiche delle fabbriche storiche. I nostri tre interventi perciò assomigliano nelle loro facciate agli schemi degli edifici protoindustriali.

B) I nostri tre progetti avrebbero potuto essere completamente diversi tra di loro. Abbiamo invece all'opposto scelto la strada di una loro stretta similitudine e analogia semantica. Essi sono di fatto tre spezzoni, tra loro staccati, di un unico più grande progetto unitario. Questa decisione è derivata sia dall'idea di riferirsi alla uniformità viaria ed edilizia tipica della Bovisa storica, sia dall'intenzione di proporre ed ottimizzare dei cantieri industrializzati molto evoluti.

C) Particolare attenzione è stata data alla composizione, ai materiali e al sistema di colori delle facciate. La scansione delle finestre orizzontali ricorda, come detto, l'andamento delle vetrate delle fabbriche antiche. Lo scatto verso la contemporaneità è dato dall'estensione dell'uso di lastre di vetro alle intere facciate. Questo accorgimento linguistico per il quale i volumi architettonici si presentano come tutti lucidi e specchianti, determina l'ipotesi del salto generazionale della Bovisa: da quartiere di fabbriche obsolete a quartiere di ambizioni tecnologiche. Le superfici di ogni facciata sono monocrome, ma il sistema generale di facciate viene ritmato da una regola nella quale sono presenti quattro delicati colori pastello non saturi: lilla, giallo acido, bianco, rosso salmone, cioè quest'ultimo a ricordo del colore del mattone. Il progetto dei colori è finalizzato ad esprimere energia luminosa, freschezza e quel tipo di eleganza proprio milanese, per la quale questi nostri edifici intendono presentarsi anche come veri e propri simboli di palazzi. In posizione strategica, sugli spigoli alti degli edifici all'incrocio delle facciate principali, emergono come guglie alcuni puntali triangolari. L'intenzione è di creare con essi degli elementi distintivi, dei segni di riconoscimento iconici, che rendano facilmente memorizzabili al cittadino questi complessi architettonici. L'idea dei pinnacoli si pone anche come elemento e contributo per il rinnovo linguistico della intera Bovisa.

D) E' in fase di studio un progetto di impiantistica che preveda l'uso di aggiornati metodi di risparmio e di autoproduzione di energia. Ciò avverrà tramite sonde di profondità, tramite pannelli solari, accorgimenti di facciata e anche attraverso la disposizione sulle facciate di colori più chiari o più scuri a seconda dell'orientamento.