Edra

Alessandro Mendini, 2006

Certo la Edra fa dei mobili importanti, sempre più importanti e intelligenti. Una storia fantastica. Ma nel mio ricordo la Edra è un viaggio lontano. Quando Massimo Morozzi molti anni fa mi disse “vieni a visitare la Edra e disegna un divano”, e quella estate vidi il lungo, basso e luminoso parallelepipedo della fabbrica, pieno di quiete nell'ora di intervallo.
Poi Massimo mi portò nella casa del giovane padrone, Valerio Mazzei, e lì mangiammo cose buone. Massimo gesticolava dimostrandomi che dovevo fare un divano che sembrasse un'isola, voleva chiamarlo ISLAND, perché bisognava pure isolarsi dal mondo. Mazzei raccontava di viaggi e di designers esotici. Il soggiorno ombroso dove stavamo sembrava una serra tropicale, grandi piante suggestive ovattavano e sostituivano tutto l'arredamento.
Ma il protagonista del luogo, quello che ci intimidiva tutti e che si prendeva tutta l'attenzione, era un grandissimo bellissimo coloratissimo pappagallo brasiliano. Ricordo ancora che si chiamava ARA. Era davvero solo lui l'arredamento. Presto la conversazione si spostò dal divano ISLAND al pappagallo, di cui raccontarono le leggende, le simpatie, il carattere, le imprevedibili pericolose mosse: il becco di un pappagallo così può spezzare in due una barra d'acciaio... Io mi distrassi completamente... fu per causa, o per colpa, o per merito di ARA che ISLAND non riusci? Comunque sia, il meraviglioso e misterioso ARA è rimasto per me il feticcio di EDRA.