Stilemi

Alessandro Mendini, 2007
Galleria Daniele, Padova, Gennaio 2007

Ho spesso pensato al mio progetto come a un sistema di segni ora semplici, ora complessi, intrecciati fra loro, e sviluppati all'infinito sui miei oggetti, case, arredi e superfici. Alfabeti visivi, segni, colori, immagini, elementi decorativi, sempre simili ma sempre diversi, in un movimento continuo e senza fine, nel grande e nel piccolo, a due e a tre dimensioni. Una ricerca sulla grafia della visione scritta, quasi letteraria, dove gli alfabeti confluiscono nella costruzione di veri e propri linguaggi visivi. In quanto linguaggi, ognuno di questi sistemi espressivi è un gioco chiuso in sé e corrisponde a regole precise.
I racconti e le lettere di questi "alfabeti espressivi" non vanno però intesi come un costrutto simbolico dove i significati sono prefigurati. Al contrario, i segni che concorrono a creare la grafia della visione vanno intesi quasi come elementi pre-linguistici, ancora non vincolati all'obbligo di uno specifico senso: essi sono significati sospesi, in attesa che il loro destino indichi loro una funzione.
Lo spazio organizzato secondo questa coerenza ossessivamente stilistica, diviene enigmatico, intenso e ipnotico.

Stilema “Mendinigrafo”
Il Mendinigrafo è uno strumento grafico elaborato in alcune varianti nel 1985, una specie di normografo. Il suo obbiettivo, oltre a quello di essere usato per progettare, è quello di dimostrare che basta un piccolo sistema di segni per dare luogo a un numero infinito di forme, immagini e progetti. La dozzina di segni che lo compongono, derivate da memorie del cubismo e del futurismo, è stata applicata specialmente dal gruppo Alchimia, e ha definito lo stile di quel movimento.

Stilema “Proust”
Il progetto è oggi chiamato ad affrontare il caos delle immagini, o, meglio, a dare immagini al caos. Così, esso non può che configurarsi quale una via lattea visiva evanescente, sempre in movimento. Progetto e oggetto non sono mai conclusi né fini a se stessi, sono la dilatazione di nebulose. Sono uno stato di moto continuo, sono schegge, spezzoni di un sistema visivo, atmosfere e frammenti dell'immaginario contemporaneo.
Lo spazio estetico vibra per le mille rifrazioni e combinazioni come in una specie di caleidoscopio. I primi bozzetti Proust risalgono al 1977.

Stilema “Oro e Nero”
Il quadrettato è un segno enigmistico e anche enigmatico, specialmente se giallo e nero, oppure oro e nero. E' un sistema altamente segnaletico, usato tanto nell'araldica medievale, quanto sulle piste degli aeroporti.
Se è molto piccolo si traduce nella griglia di un mosaico o nella trama del tessuto a piccolo punto, se è grande può tradursi nel solo incrocio di due colori. Ha la forza di strutturare qualsiasi forma, imbrigliandola in una rete ipnotica, suscettibile anche di deformazioni virtuali. Il primo uso di questo stilema risale al 1990.

Stilema “Ollo”
Questo sistema di segni deriva dalla parola “Ollo”, una parla inventata, simmetrica, astratta, musicale. Per questa parola si è definito un carattere di scrittura bianca e nera, sintetica, semplice, classica, un po' monumentale. Giocando anche la possibilità del positivo e negativo, “Ollo” produce immagini di calma e di fissità adatte a suggestioni architettoniche e tridimensionali. “Ollo” è nato nel 1988.

Stilema “Galla Placidia”
Il piccolo mausoleo ravennate di Galla Placidia è all'origine di questo sistema di segni. Il fascino di geometrie precise (la pianta a croce) e di immagini fluide (la luce, i colori, le volte, le figure, mosaico oro) ha provocato una ricerca grafica sfociata progressivamente in un insieme sovrapposto di forme contrastanti, molto adatte ad essere trasformate in vari modi e situazioni (1984).