Stefano Giovannoni

Alessandro Mendini
Gennaio 2008

Da tempo Stefano Giovannoni, partito dai concetti del pop, elabora per Alessi un panorama di piccoli personaggi utili, una animazione di immagini, metafore di strumenti, organizzati in generi e specie animali, umane e vegetali, atteggianti ai giocattoli e alle fiabe. Un narratore, un progettista di racconti di design, un seduttore, ideatore di mondi gentili, allegri e adatti alla piacevolezza del suo pubblico. Mondi di tipologie per raffinati usi casalinghi, studiati con la sapienza anche del gastronomo, di chi, delle cerimonie del cibo, se ne intende perché le pratica.
L'esperienza dei piccoli nuovi personaggi nati nella giovanile energia di Taiwan è un caso metodologico molto interessante. L'invenzione, oltre che di un nuovo mondo linguistico, anche di un inedito approccio progettuale. La nuova folla dei suoi piccoli cinesi, servizievoli per natura, nasce dalla ispirazione, dalla matrice di una icona, il simbolo, la mascotte appunto, creata per il National Palace Museum di Taiwan: il sorridente Mr Chin.
Un gruppo di dieci personaggi richiesti dalla direttrice di questo museo, ad esprimere e sintetizzare i contenuti e la lunga storia della più grande e ricca concentrazione di capolavori della tradizione cinese. Giovannoni ha elaborato un sistema di statuine orientali, anzi pseudo orientali in miniatura, eleganti e ironiche. Da questi magici totem da negozio museale, si è generato quasi per proliferazione spontanea un ordinato esercito coniugato nelle sue regole e gerarchie, e la quantità dei suoi componenti e dignitari non può non fare venire alla mente la meraviglia dei dissepolti guerrieri, i colossi di Qin Shi Huang. La folla, il numero sterminato si addice ai cinesi. Ed al loro passato si addicono abiti, costumi, trasparenze, lacche, intagli, ghirigori, usanze, decori, strumenti, sfumature, cosmetici e colori. Giovannoni ha lavorato su questa iconografia colta. La ha intrecciata e coniugata con l'idea di ottenere dei prodotti funzionali, appetibili ovunque, ad est e a ovest. Dopo tutto, questi oggetti Alessi sono pensati a Milano, ma fabbricati in Cina, con tecnica e sapienza cinese! Cioè: cultura del “di qua e di là”. La ricerca di una espressione, di una morfologia asiatica nata con un ping-pong fra occidente ed estremo oriente. Tutto ciò ha condotto alla elaborazione, oltre che dei personaggi, anche delle loro suppellettili, quali contenitori, posatine, piatti, ciotole, elementi per il sushi, captati non solo dalla figura umana, ma ancora da altre specie vegetali, melograni, banane, o animali, pesciolini, uccellini, scimmie. Una maniera nuova di vedere il design occidentale fondando l'ispirazione nella memoria orientale, tropicale, esotica delle cose, con l'obbiettivo comunque di ottenere una estetica cosmopolita e internazionale.
Sono davvero acqua passata l'international style che aveva colonizzato l'Asia, e all'opposto il kitsch dell'orientalismo che fu una mania dell'occidente. Ora stanno fra loro di fronte due forti culture, e gli organigrammi progettuali, organizzativi, produttivi e merceologici rendono sempre più vicine e integrate le maglie dell'intreccio. La fredda e scostante aridità del tardo minimalismo può trovare ossigeno e rigenerazione nell'enorme serbatoio di ibridi linguaggi da recuperare, distorcere e reinventare. Nuove icone riemerse da antiche icone di un profondo ancestrale.
Giovannoni, con questo progetto, sembra proporre e indicare una novità progettuale, qualcosa di molto diverso, una più matura metodologia nella problematica attualissima del ponte culturale fra est e ovest. E si conferma ancora come un abile narratore di fiabe tridimensionali di design. La famiglia di Mr Chin è l'esempio di un ulteriore virtuosismo della sua sensibilità: quella di fare emergere i desideri nascosti, l'anima candida del suo pubblico, dei suoi ammiratori quando giocano a tavola e in cucina con i suoi oggetti che sono assieme giochi, ma anche rigorosi strumenti specializzati.