Alessandro Mendini, auto-presentazione

Alessandro Mendini, 1987

Qualsiasi mia azione intellettuale e culturale è basata sulla mia esistenza, è di tipo sentimentale. Il mio metodo progettuale è molto personale, con le difficoltà di messa a fuoco dei valori, tipiche degli umori che si succedono nel tempo. Spesso cerco di insinuarmi, da un lato nelle culture marginali, dall’altro in quelle di avanguardia, con un’attenzione istintiva a tutto quanto non è istituzionale, a tutto ciò che è minoritario. Un metodo di lavoro basato sul paradosso, la metafora, l’eccesso, lo spiazzamento, il grottesco, che mi ha fatto pensare a certi slogan, a certe teorizzazioni come il “robot sentimentale” (ovvero un uomo moderno estremamente sensibile ma parzialmente meccanizzato), la “sopravvivenza sottile” (ovvero l’esigenza, nella civiltà dello sviluppo, di produrre oggetti e comportamenti sempre più sofisticati e sempre più lontani dal naturale), l’idea di “nuova religiosità”, l’ipotesi del “progetto molle”, del “de -progetto” (cioè di un progetto che tolga invece che aggiungere), lo slogan del “black design” (ovvero la coscienza che è difficilissimo da parte di noi progettisti fare previsioni), il miraggio di un mondo senza oggetti (cioè del “non-oggetto”), l’idea che possano essere fatti degli “oggetti senza tempo” (privi della connotazione dell’epoca in cui nascono), la teoria del “design pittorico” (cioè la totale estetizzazione della problematica del progetto).
Per quanto mi riguarda, non è il progetto che mi interessa: io uso la realtà progettuale non coerentemente al suo proprio fine, ma al fine di svolgere il mio naturale atto vitale, che è quello di produrre immagini. La mia vita non ha in sé intenzioni “di progetto”, non vuole realizzare obiettivi o programmi, Allora il disegno, la parola, l’oggetto, una rivista, un’altra e ancora un’altra rivista, la mostra, la lezione, la poesia, il dipinto, l’installazione, sono come onde che si frangono sulla spiaggia.
(Giampiero Bosoni, Fabrizio Confalonieri, Il paesaggio del design italiano, 1972-1988, Edizioni di Comunità, Milano 1988)