Annamaria Del Gatto e Carlo Rampazzi

Alessandro Mendini, 1988

Si prepara un mondo “decorativo”. Se si coniuga il superamento delle ideologie con l’avvento dei linguaggi informatici, si può misurare l’importanza che assumono oggi le forme senza contenuto e i giochi interni ai codici. Le ideologie si annullano fra loro, le certezze svaniscono assieme ai progetti politici.
Protagonista risulta un uomo ornamentale, che porta in primo piano la stilematica, la diagrammazione stilistica delle strutture abitative, la fantasia ambientale. Con un approccio decorativo al mondo, lo spazio non si preoccupa di rendere visibile nessuna funzione, anzi ne rappresenta semmai il bisogno di assenza, Diviene naturale il passaggio alle belle arti e alle arti applicate, mentre risulta demodé il procedimento del design industriale. Il progetto viene inscritto nell’ambito dell’arte, è l’arte che genera lo spazio e il contesto, che si espande negli oggetti per dare loro un’anima. Entra in gioco la tradizione, per esempio del Medioevo, del Rinascimento o del Futurismo, ma proposta in modo contrario. Cioè quello di una reciprocità fra architettura, pittura, oggetti, morale e vita, non più nel miraggio di una sintesi, ma nel senso di una frammentazione iper-realista dell’universo inteso come caleidoscopio di forme senza fine, come grandissima miniatura dove ogni minimo particolare è un “centro”, ricco di tutte le sue responsabilità. Ovvero: il Nuovo Artigianato sposta il problema creativo dalla produzione all’uomo, introduce il suo calore dentro al freddo nirvana del mondo cibernetico.
Il mobile, si sa, é l’oggetto più sensibile sul quale si compie la svolta storica di tutto il design: verso l’idea di portare al centro l’aspetto visuale delle cose. Il mobile: che é destinato a coinvolgersi nelle nostre coscienze con una esplicita immagine estetica.
Mi induce a queste osservazioni lo stilismo estremo dei mobili di Annamaria Del Gatto e di Carlo Rampazzi, che la riduzione in scala 1:3 estranea completamente dall’usualità della scena, e che il virtuosismo costruttivo dell’équipe di Massimo Colombo trasforma in una strana collezione di macro-gioielli da appartamento.
Come ho detto, per un tipo di uomo “ornamentale”!