Caro Achille Bonito Oliva

Alessandro Mendini, 1988

Caro Achille,
visto che hai la gentilezza di scrivere l’introduzione a questo libro per me importante, perché sintetizza - sotto l’angolazione dell’arte - vari anni di metodi del mio lavoro, mi preme qui dirti brevemente il mio più recente pensiero.
1) Questo libro non è una monografia riassuntiva, ma presenta il processo dimostrativo che mi vede, oggi, affrontare il progetto (e il design) “sub specie d’arte”. Il libro, perciò, non è uno storicizzante punto di arrivo, anzi é la piattaforma di partenza di una novità: trasferire il progetto di design e di architettura dentro ai processi dell’arte.
2) Da questo punto di vista, la realizzazione che faccio di veri e propri quadri (“pittura fredda”), si pone senza soluzione di continuità vicina ai miei oggetti (design caldo). Essa sviluppa l’ipotesi che possano esistere sia una pittura “progettata”, sia un design “pittorico”: ma non nel senso della sintesi delle arti, piuttosto nell’idea di una crescente decoratività del mondo (con il passaggio dall’uomo ideologico all’uomo decorativo).
3) Trasferita su dimensione architettonica, questa ipotesi conduce verso una architettura pittorica (o scultorea), intesa cioè come attrezzo scenico invece che come struttura edilizia. Questo concetto è diverso dal neo e dal Post-modernismo, e si lega invece alle esperienze dilatatrici e traverse da te formulate recentemente, sia nei metodi, sia negli esiti visivi e morali.
4) Parlare di “pittura” nel campo del progetto (quasi istituzionalmente ad essa antitetico) significa proprio “opporre” la parola “pitturare” alla parola “progettare”, con tutte le sconvolgenti conseguenze del caso (linguistiche, comportamentali, politiche, previsionali...); significa cioè privilegiare la “visione vertiginosa” (il mondo come immagine) (l’umanità come figurazione) rispetto all’approccio utilitaristico tipico delle moderne arti applicate all’industria.
Per me personalmente, vuole dire passare da una concezione caustica, avanguardistica, oppositiva, polemica, barocca, letteraria, eclettica dell’opera, ad una visione più calma, sintetica, classica, poetica, poco colorata: ora il mio lavoro “sembra” positivo, si pone come pura REALTA’: come il frangersi di un’onda...!
Ciao, tuo Alessandro