Per Venini

Alessandro Mendini, 1988

Iniziando a pensare una serie di vasi per Venini, avevo soggezione verso il vetro, questo materiale, anzi questa “luce” intoccabile e privilegiata. Ho indagato non solo nei laboratori e nei magazzini della ditta, ma specialmente nella mia memoria, dove sono da sempre depositati i fantasmi della inconfondibile identità della Venini. Volevo cercare il mistero degli archetipi che hanno condotto a un così preciso stile lungo una così lunga storia, e provarne una interpretazione. Mi è sembrato che il gusto Venini sia frutto di un magico dosaggio creatosi nel tempo, fra alcune tecniche esclusive, alcuni eccezionali inventori di forme, e la scelta di certi colori. Ho cercato di immergermi in questa tradizione e in questi confini, e spero di esserne stato assorbito. Questa serie di vasi è frutto del rispetto e dell’omaggio che la mia fantasia (spesso troppo veloce nelle sue attitudini neo e post) ha voluto fare alla calma e alla saggezza di un preciso artigianato, che é stato lo spunto di base per ciascuno dei vetri disegnati.