7+7 Gioielli. Alessandro Mendini Sinya Okayama

Alessandro Mendini, 1988

Il gioiello é come una parte del corpo di chi lo indossa: ne è un nuovo elemento, lo enfatizza, lo penetra, lo raggira, lo sedute, ne entra in combinazione figurativa.
Il gioiello è poi un oggetto visivamente inaspettato, una “cosa” che attira attenzione su quella parte del corpo su cui si posa.
Il gioiello moderno non è collegato a grandi tradizioni di forma o di comportamento occidentali ed orientali, ma di volta in volta è creato ex novo, come da un atto di fantasia liberatoria.
Ma quanto è difficile disegnare un gioiello! Sapevamo bene, Sinya e io, quanto sia difficile: è un oggetto che la nostra epoca affronta in maniera arida, tale da farlo contraddire proprio nella sua stessa essenza, da negare la sua motivazione d’essere. Ecco: dopo l’esperienza dei “Sei mobiletti” in acciaio, allora, abbiamo voluto fare un’altra prova di collaborazione a grande distanza, una prova più difficile. Abbiamo disegnato “7+7 gioielli” in argento lucidato, realizzati anche questa volta dalla virtuosistica Daichi. Ancora, il metodo usato è stato quello della “reciproca sorpresa”; abbiamo deciso, appunto, di fare uno lui e uno io sette coppie di gioielli (anello, pendente, bracciale, orecchini, spilla, fermacravatta, gemelli) e abbiamo lavorato in questo modo: io a Milano ho preparato dei “‘segni decorativi”, e lui ha fatto altrettanto a Osaka. Uno stesso giorno d’estate ce li siamo spediti reciprocamente, e poi ognuno di noi ha progettato mescolando anche i segni dell’altro. Alla fine, abbiamo allineato su un tavolo tutti i quattordici. bozzetti. La sorpresa, per noi due, è stata positiva... vedremo cosa dirà la gente...