100% make-up. The New Romantic Style

Alessandro Mendini, 1992

100% make-up. The New Romantic Style


Il progetto consiste in un vaso di porcellana prodotto in 10.000 esemplari. La forma del vaso è una sola. Il suo corpo bianco è pensato come luogo disponibile a dipingervi molti segni diversi. Vengono scelti 100 autori appartenenti a realtà antropologiche lontane, artisti, architetti, designer e altro.
A ognuno di essi si chiede di compiere una decorazione sulla superficie del vaso.
100 vasi per 100 autori, ognuno in 100 copie, tutti allo stesso prezzo. Un’opera corale. Una sfilata di 10.000 pezzi considerata nella sua unità: la messa in scena di uno spettacolo. Una nuova esplorazione dentro al mondo puro, antico e infinito del vaso in porcellana. Un’opera sintetica nel suo insieme, che però è anche una costellazione di racconti visivi, di sussurri e grida personali. L’anonima egemonia della serie disintegrata e ricomposta in cento singole storie.
Così come succede oggi per l’immagine politica del mondo: un caleidoscopio le cui figure globali hanno senso solo quando i più piccoli e decentrati elementi esprimono la loro identità.
Rovesciando ogni vaso si vedono impressi in ordine alfabetico i nomi di tutti i cento autori con numerazione da uno a diecimila. L’identità di ogni singolo autore è indiretta ma precisata dalla sequenza numerica. E poi una seconda fase del progetto: quando le richieste del pubblico avranno dimostrato la loro preferenza per i vasi di certi autori, tali vasi entreranno in produzione di serie illimitata. A un prezzo superiore a quello dei 10.000 dell’operazione “100% make-up”.

Specie invece di serie
Si pensa a un sistema di oggetti in modo analogo a quello di una specie di natura.
Un sistema industriale estetico ha somiglianza con un organismo biologico: la sua pulsazione, la sua meccanica, i materiali, i colori, la segnaletica della sua pelle. Un progetto industriale avveniristico può svolgersi sull’invenzione ex novo di un gioco chiuso, come quello di una specie.
La specie infatti è un grande raggruppamento di organismi simili, che incrociandosi fra loro generano una discendenza feconda: nel nostro caso un mondo gestito da regole interne, un sistema di oggetti strutturalmente simili ma tutti identificabili e diversi fra loro, con una logica interna di riproduzione. Assimilarsi alla natura e penetrare in essa. Dove ciò che conta, assieme al significato dei singoli individui, è la compattezza del loro cosmo inteso come un puzzle.

La fabbrica estetica
Si pensa all’idea della fabbrica estetica. Dove la produzione dei pezzi è intesa come moltiplicazione della loro anima, come sequenza di creature estetiche originali e somiglianti. Non di copie tecniche replicanti. Un progetto può essere concepito in maniera da ottenere il differente dall’identico. Si pensa a una serie industriale (specie) nell’interezza del numero globale e conclusivo dei suoi pezzi. Visto nella sua totalità finale, lo sviluppo di una serie è una figura imprendibile e concettuale, un ritmo cabalistico, una rappresentazione immobile: propone se stessa come opera d’arte d’assieme, destinata a dissolversi quando ogni elemento costitutivo sarà altrove. In astratto il grande sistema dissolto potrebbe a posteriori rifarsi al proprio tutto, e i diecimila elementi solitari essere ricondotti alla compattezza del loro cosmo.

Perché un vaso
Si è assunto come protagonista di questa operazione un vaso. Il vaso è ancora di terra, è un oggetto elementare nell’uso e facile da fare.
Il vaso è uno degli oggetti più ancestrali dell’umanità. Il vaso è repertorio e contenitore di leggenda e di riti. Viene fabbricato con il tornio, uno dei più antichi strumenti. Deriva dalla forma di un fiore e dalle mani congiunte per bere o per offrire. Spesso contiene fiori. Il nostro nuovo gruppo di vasi si unisce alla folla che popola la storia dei vasi.

L’ornamento come identità
L’ornamento si pone oggi come attività etnica e capillare, si sviluppa come trasmissione di sensazioni intime, come linguaggio soggettivo e come trasmissione di sogni, di ansie e miti.
L’ornamento è pittura: un flusso senza inizio e senza fine nella storia, che trasmette con i suoi stilemi l’inesauribile grafia, la vibrazione sottile delle menti umane. I decori sono come i pesci nel mare, esistono anche se non si vedono.

(Introduzione al libro: Alessandro Mendini and...”La fabbrica estetica”, Alessi Tendentse, Crusinallo 1992