Byblos Art Hotel, Villa Amistà, Valpolicella

Alessandro e Francesco Mendini, 2005

Apre in Valpolicella, alle porte di Verona, un grande albergo ricavato nella antica “VILLA AMISTÀ”. La grande villa con facciata cinquecentesca disegnata dall’architetto Michele Sanmicheli, era da tempo abbandonata. Ora è stata oggetto di accurati restauri filologici di architettura, curati da Iglis Zorzi e di pittura e decorazioni, diretti da Maria Girelli Bruni, che hanno compreso, oltre al corpo centrale e più monumentale dell’edificio, anche i due torrioni, la chiesa, le case dei contadini. Il parco, realizzato da Gianfranco Paghera, presenta varie e suggestive prospettive, con fontane, piscina ed un Centro Benessere (Istituto Dominique e Henri Chenot).
All’interno, oltre al grande salone del lampadario veneziano e agli  ambienti e salotti comuni dai importanti soffitti ed affreschi, sono ricavate due sale congressi, tre sale ristorante di alta cucina, di cui una all’aperto e la grande cantina sotterranea per la degustazione dei vini.
Circa settanta stanze e suites di varie caratteristiche e misure sono state ricavate all’interno del complesso, e tra esse una suite presidenziale ed alcune suites artistiche speciali allestite con mobilio particolarmente espressivo, che si presentano come Wunderkammern. L’arredamento dell’albergo è basato su una formula che vede convergere fra loro tre generi figurativi.
1)La rielaborazione e il ridisegno degli arredi, delle stoffe e dei tendaggi in stile, con particolare attenzione al sistema dei colori, in modo da dare una lettura in chiave contemporanea dell’iconografia cinque- settecentesca, ispirata anche alle vedute di interni della pittura veneta.
2)L’introduzione ovunque di mobili, lampade e famosi oggetti di design selezionati accuratamente, in modo da costituire una vera e propria collezione di design, a partire dalle posate di Gio Ponti, fino a Saarinen e ai tavoli in legno di F.L. Wright e alle sedie di Aldo Rossi per la cantina. Come in un museo ogni cosa è accompagnata dalla sua didascalia.
3) Infine la presenza non solo nelle zone comuni, ma anche nelle stanze, di una raffinata collezione di arte contemporanea, frutto dell’amore per l’arte del proprietario Dino Facchini e di sua figlia, Masha Facchini, con opere di Anish Kapoor, Vanessa Beecroft, Giulio Paolini, Mimmo Rotella, Sol Lewitt, Beatriz Millar, Begona Montalbán, David Tremlett, Jean Michel Othoniel, Sandro Chia, Arnaldo Pomodoro, Takashi Murakami, Fulvia Mendini, Valerio Adami, Robert Indiana, Cindy Sherman, Luigi Ontani, Sissi ed altri artisti in progress, con la sala del bar impostata su opere di Peter Halley.
L’attento accostamento di questi disparati elementi visivi trasforma il progetto di arredamento in una affascinante scenografia, in un preciso meccanismo scenico e museale pensato per una eccezionale esperienza di ospitalità. L’idea è di riportare questa grande villa estiva all’immagine e ai costumi dei suoi originari splendori barocchi, introducendo l’ospite dell’albergo in una agreste esperienza neo-barocca, giocata fra antico e futuro. Una sconcertante interpretazione, uno strano onirico palcoscenico, dove il visitatore è invitato a recitare la finzione degli antichi splendori.
Infine, alcuni dei mobili e degli oggetti più significativi, apposta disegnati per l’albergo (sedie, cuscini, stoffe, argenti, candelabri, piatti, tazze, il mobilino Bar-TV) costituiranno una collezione “VILLA AMISTA’”, che l’ospite potrà acquistare.